Margherita 2.0 l'appello ai progressisti
10 settembre 2025
Gentile Direttore,
il tempo che stiamo vivendo ci richiede coraggio, responsabilità e, soprattutto, unità. È ormai sotto gli occhi di tutti che esiste un elettorato vasto, fatto di persone in carne e ossa – famiglie, lavoratori, giovani, donne e uomini – che non si riconoscono nei disvalori promossi dall’attuale governo. Amici con i quali in passato ci siamo persino trovati a combattere fianco a fianco, con la forza delle idee, ma che oggi faticano a sentirsi rappresentati dal centrosinistra.
È un’Italia di cui ho ampiamente parlato quando ho ricoperto il ruolo prima di Sottosegretario e poi di Ministro nei precedenti governi.
È un’Italia che ogni giorno fatica a vivere con dignità: la precarietà del lavoro, l’incertezza nelle cure, il costo della vita sempre più insostenibile, la difficoltà di garantire un futuro ai propri figli. È un’Italia che appartiene a quel ceto medio che, troppo spesso, è stato abbandonato fino a scivolare verso nuove forme di povertà.
Ridare la speranza a questi cittadini è un valore inestimabile e sono convinto che ci sia la concreta possibilità di curare una depressione collettiva, di disinnescare una rabbia diffusa e crescente, di riaccendere entusiasmo e passione.
Proprio per questo è nata l’associazione Primavera, un grande progetto di partecipazione collettiva che affonda le sue radici nella società civile. Abbiamo coinvolto comitati cittadini ma anche manager, leader del mondo industriale, rappresentanti dell’associazionismo, insegnanti, operatori sociali, lavoratori della conoscenza, precari e molti altri. Professionisti di valore, in grado di spendere la loro credibilità per innescare con Primavera il seme di una nuova fase, quella che veda nascere un altro centrosinistra: largo, credibile, inclusivo. Il centrosinistra, per formulare una proposta politica efficace, deve completarsi con una nuova forza politica capace di dare rappresentanza a chi crede nei principi democratici, nel progresso sociale, nella giustizia e nella solidarietà, senza cedere a estremismi ma radicandosi saldamente nella tradizione europea e occidentale.
Una forza che sappia dialogare con il mondo cattolico e con tutti coloro che non vogliono rassegnarsi alla deriva regressiva che il governo Meloni sta imponendo.
Ma bisogna fare bene attenzione ai personalismi e alle corse solitarie. Quelli che abbiamo di fronte non sono i cento metri, sono una maratona. Se questa forza politica nascerà dalla necessità di dare una risposta a queste esigenze, allora riuscirà a esprimersi e a raccogliere il sostegno di chi si sente isolato e senza voce, altrimenti sara’ solo percepita come un mero posizionamento, figlia di individualismi, egocentrismi e sotterfugi studiati per accaparrarsi posti che altrove sono sold out. E gli elettori, loro malgrado, mi creda Direttore, hanno affinato un fiuto sorprendente per le iniziative fake. Per fortuna, aggiungerei.
In questa cornice, l’associazione di Ernesto Ruffini, Più Uno, l’attivismo civico di Alessandro Onorato, Assessore del Comune di Roma e la testimonianza di molte altre realtà alimentano positivamente il processo dal basso di cui abbiamo bisogno.
E’ tuttavia importante che queste voci inizino a parlarsi, guardandosi negli occhi, con lo spirito di chi crede di poter riuscire a cambiare le cose solo insieme.
Ed e’ in queste righe, dunque, che avanzerei loro l’invito di considerare un momento di confronto per incontrarci e riflettere concretamente su cosa stiamo raccogliendo dalle nostre esperienze, magari individuando ulteriori e solide motivazioni per unire i nostri percorsi.
La sfida è aperta e con molte insidie, ma se sapremo coglierla daremo una nuova opportunità all’Italia per costruire insieme una reale e credibile alternativa di governo.