logo_primavera
L’ex M5s Spadafora: “Il populismo ha stancato. Al campo largo serve un centro”

L’ex M5s Spadafora: “Il populismo ha stancato. Al campo largo serve un centro”

22 ottobre 2025

L’ex ministro nel governo giallo-rosso: per anni abbiamo presentato il Pd come un nemico. “Bisogna raccogliere il consenso di chi non voterà mai Meloni, ma non si riconosce nei dem e nei 5 Stelle”

Roma, 21 ottobre 2025 – Vincenzo Spadafora, ex ministro M5s, che cosa sta accadendo dentro il Movimento? La linea politica non è chiara, la perdita di consensi evidente, il futuro non sembra sorridere agli stellati…

“Penso che il calo di consensi enorme sia fisiologico rispetto a un M5s che è nato come forza populista e che ha esaurito la sua spinta iniziale. Penso che questo tipo di populismo, un po’ come quello di Vannacci, ha stancato gli elettori. E questo lo si vede dai dati dell’astensionismo mentre la grande forza del M5s era stata proprio quella di portare a votare le persone, basti pensare agli 11 milioni del 2018. Ora, se vediamo le Regionali, il M5s ha più che dimezzato i voti, al di là della sua storica fragilità nel radicamento sui territori che Conte aveva peraltro promesso di superare, almeno negli ultimi quattro anni, e che, invece, non si è visto. Secondo me, il tema vero è che il M5s sta andando su una scia naturale e questo preoccupa per il bene del centrosinistra, in un’ottica di rappresentare l’alternativa al governo Meloni, ovviamente”.

In questo quadro, la sfida in Campania con Roberto Fico candidato sarà una partita semplice?

“Penso che Fico vincerà le elezioni, ma non in modo semplice. Il clima non è positivo, ma d’altra parte, dopo 15 anni che il M5s sollecita la sua comunità, in particolare in Campania, a odiare il Pd, poi non puoi pretendere che il tuo elettorato digerisca rapidamente questa alleanza. La Campania – e in particolare Napoli – sono da sempre il simbolo di questo scontro tra M5s e Pd. Gli anni di opposizione a De Luca non sono stati una passeggiata, sono stati anni in cui noi – perché all’epoca c’ero anche io – abbiamo raccontato ai nostri elettori che il Pd era il nemico, l’esempio della cattiva gestione. Insomma, non è facile…”.

Quindi, a livello nazionale, quanto peserà il M5s nel campo largo, a suo parere?

“Il dato della Campania ci dirà molto sullo stato di salute del M5s a livello nazionale. Dai dati capiremo se è in difficoltà, grave o gravissimo, vedremo se anche questa volta riuscirà ad avere i consenso alto che ha sempre avuto nel tempo in Campania. Ma se, malauguratamente, dovesse avere un risultato sotto il 10%, credo che comunque il M5s debba continuare a sperimentare questa alleanza con il Pd in chiave di prospettiva nazionale. Subito dopo le elezioni, penso che i leader dei partiti del campo largo dovrebbero cominciare a lavorare per costruire l’alternativa al centrodestra meloniano, altrimenti si darà agli elettori l’impressione di una coalizione dove ognuno va per conto suo, quindi non credibile come alternativa di governo. Il M5s del futuro dovrà stare nel centrosinistra, ma dovrà anche smetterla di fare la guerra al Pd”.

Lei sta lavorando a un nuovo progetto riformista, Primavera, che potrebbe raccogliere un elettorato oggi in libera uscita al centro ma non solo. Di cosa si tratta?

“Non c’è oggi, all’interno del centrosinistra, una forza che possa raccogliere il consenso di elettori che non voteranno mai Meloni, ma che non si riconoscono nell’attuale Pd o nel M5s. Quindi, che ci sia la necessità di un quarto progetto politico che risolva la domanda politica di questa fascia di elettorato, è un dato di fatto. Con l’associazione Primavera stiamo andando sui territori per mettere insieme persone che hanno una forte credibilità per quello che già fanno, dei ‘leader territoriali naturali’ e stiamo dicendo “utilizziamo anche la vostra credibilità per fare in modo che le persone possano avere fiducia“. Se queste persone riusciranno a fare rete, allora abbiamo una grande opportunità, anche parlando con chi, come Ruffini o Onorato, sta pensando alla stessa cosa, ma guarda a uno spicchio di elettorato diverso. Diversamente, se dovesse fallire questo progetto, il centrosinistra ha già perso le prossime elezioni”.

Fonte: Quotidiano Nazionale